
Il cielo
nella
notte
Il cielo
nella
notte
sembra
un
immenso
puzzle,con
occhi
che si
accendono
sulla
coperta
scura.
I
piccoli
ritagli
formano
lunghe
scie,
mentre
la luna
mormora
scrutando
le altre
vie; un
pizzico
di
argento,un
bagliore
piu' chiaro e
un senso
di
mistero
che
chiude
un po' il
sipario.
I nostri
sogni
fremono
volando
verso il
cielo E
i
desideri
ardono
sentendosi
piu' veri:
come mi
piacerebbe
poter
tornar
bambina,
giocare
con le
bambole,
metterle
tutte in
fila
senza
nessuna
regola,senza
priorita'.
Dormire
come
bimbi ,ridendo
in mezzo
ai sogni,
svegliandomi
al,
mattino
con
gioia e
liberta'.
Oggi che
ormai da
vivere
ben poco
mi e' rimasto
Del
tempo
antico e
libero
ne sento
haime' il
contrasto.
La terra
dei miei
giorni
colma di
fango e
chiacchiere
e' falsa,complicata
e
assurda
da
capire:
vi sono
tanti
giudici,ma
legge
non ce
ne' .
Si parla
di
giustizia,ma
e' solo una
bilancia
che
pende
dalla
parte di
chi paga
di piu'.
I tribunali
sono
deposito
bagagli
, i
pacchi
stanno
in fila
per
essere
contesi,
mentre
procuratori
ed altra
gente in
toga si
scelgono
quei
pacchi
che a
loro
fanno
gola.
Di
avvocati
poi ve
ne sono
a
migliaia.
sanno
pescar
nel
torbido,
arguti e
battaglieri,
vincere
ad ogni
costo li
fa
sentire
fieri,
anche se
la
vittoria
dal
misero
invocata
viene
girata
all'altro
che
certo
l'ha comprata.
E allora
io mi
chiedo:ma che
sistema
e'?.
Son
molti
anche i
medici e
ognuno
morde
l'altro
Mentre
il
paziente
aspetta
di
essere
curato.
Noi
dentro
gli
ospedali
siam
numeri
stampati,
raccolti
negli
archivi
e poi
dimenticati.
La mutua
ha
chilometri
di nomi
registrati,
ma gli
appuntamenti
sono
quelli
haime' pagati.
Le
visite
speciali
la moc,
la
risonanza,
la tac,
il
telecuore
si
ottengono
a
distanza
ma se si
chiede
il costo
perche' si vuol
pagare,
si
ottiene
tutto e
subito
senza
piu' replicare.
Deciso,
sbrigativo,ogni
dottor
privato
si
sceglie
il suo
malato
che
certo e' il
piu' stimato,
colui
che puo' permettersi
senza
alcuna
paura
farsi
seguir
dal
medico
scordando
la
fattura.
Noi
discutiamo
sempre e
ci
piangiamo
sopra,
ma non
c'e' alcun
riscontro
per chi
pian
piano
muoia.
E ancora
mi
domando:ma che
sistema
e'?.
Parlare
di
politica?
Oh questa
e' proprio
buona, i
nostri
leader
corrono
solo per
la
poltrona.
Parlano
tutti
insieme
del bene
della
gente,
ma
ottenuto
il voto
per noi
non
fanno
niente.
Avrei
voluto
un
simbolo
su cui
poter
votare,
mettere
un segno
scuro e
certo
anche
sperare.
Ma ai
cari
deputati
e a
tutti i
senatori
Del
mastro
malcontento
ne son
rimasti
fuori.
Sono dei
burattini
dal
pubblico
pagati
Sanno
ben
recitare
per
essere
ascoltati
E noi
che
ingenuamente
all'amo
ci
attacchiamo,
immersi
nella
merda
alfine
ci
troviamo.
Ed io mi
chiedo
sempre:ma
che
sistema
e'?.
Tocchiamoci
la
fronte
adesso
siamo in
chiesa,
l'odore
dell'incenso ci
avvolge
interamente,
qui la
pedofilia
regna
sovrana
e sola,
il sesso
e' al
prima posto
tra
candide
lenzuola,
e mentre
sull'altare
si
compie
un
sacrificio,
negli
angoli
piu' bui
, vi e' ben
altro
officio.
Questo
di tutti
i
crimini
e' quello
piu' efferato,
poiche'
e' sempre
un
piccolo
ad
essere
stuprato
per
questo
io
vorrei
mettere
sull'altare
questa
infame
gentaglia
per
fargliela
pagare.
Con voce
che mi
trema e
il cuore
fatto a
pezzi,
ancora
io mi
chiedo:ma che
sistema
e'?
Il cielo
nella
notte
non sa
che dire
e
piange
lunghe
lacrime
nere che
toccano
la
terra,
la luna
solitaria,
gira e
raccoglie
il
pianto,
poi,
stanca
di
questo
immane e
puzzolente
fango,
si copre
il volto
argenteo
girandosi
di
fianco.
Rita
Golino

Sassi
Colorati
E' una
gigantesca
mano
dalle
dita
gonfie e
callose:
la
nostra
terra.
Intorno
a lei
ruotano
le
stelle e
i
pianeti.
Sulle
sue dita
si
riflette
l'ombra
argentata
della
luna.
Grande,
enorme
mano,
con le
dita
aperte,
immerse
dentro
il buio
dello
spazio.
Nel
palmo,
pigiati,
addossati
gli uni
agli
altri,
saltellano
mucchi
di sassi
colorati.
Ogni
pietruzza
un
grammo
di
sangue e
di acqua,
ogni
pietruzza
un alone
di sogni
e
speranze.
Saltellano
i
ciottoli
toccandosi,
spingendosi,
urtandosi
tanto da
far
cadere
alcuni,
tra le
dita
aperte
della
mano.
Cadono i
sassi
nel buio
profondo
di un
infinito
senza
ritorno.
Enorme e
rugosa
e'
la mano
aperta
nell'immensa
galassia,
e le sue
dita
aperte
sembrano
voler
chiedere
qualcosa...
forse
pieta'?
Per lei
o per i
suoi
sassi?
Cadono e
si
disperdono
ciottoli,
saltellando,
mischiandosi
e i piu' grossi
hanno la
meglio
sui
piccoli
,che
vengono
spinti
giu' sempre
piu'
nell'abisso.
Cadono
senza un
lamento,
senza
dolore e
senza
capire.
La
grande
mano
osserva
e tace,
non puo'
e non deve
intervenire,
il suo
sguardo
e' indifferente,
lontano,
indolente,
nessuna
considerazione
per
quelle
pietre
calpestate,
buttate,
distrutte,
In fondo
cosa
sono?
Soltanto
dei
sassi:
piccoli
deboli e
inutili
sassi
colorati.
Rita
Golino



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